10 Lug Innovazione tecnologica e cure di prossimità:le professioni sanitarie TSRM e PSTRPprotagoniste a Laboratorio 2030 che si è svolto a Città della Scienza
innovazione, intelligenza artificiale e big data: ovvero gli investimenti in digitalizzazione e nuove tecnologie
che si fanno strumento strategico per ridurre i divari e innovare funzioni, servizi e processi di cura in
un’ottica di Salute globale.
Sono questi i temi affrontati a Città della Scienza nel Laboratorio Sanità 20/30 – Campania il 6 luglio scorso.
Una giornata intera di lavori, tavole rotonde, approfondimenti e dibattiti sulla Sanità campana e del Sud
promossa dalla Fondazione per l’Innovazione e sicurezza in Sanità e da Gutenberg con il patrocinio della
Regione Campania, l’Istituto superiore di Sanità, Comune di Napoli, Agenas, Conferenza delle Regioni, Asl e
ospedali Ordini professionali e altre associazioni di categoria.
Su Pnrr e riforma delle cure territoriali la sessione promossa dall’Ordine TSRM e delle Professioni Sanitarie
Tecniche, della Riabilitazione e della Prevenzione di Napoli, Avellino, Benevento e Caserta, guidato da
Franco Ascolese, ha accolto gli interventi del manager del Cardarelli e vicepresidente Fiaso Antonio
D’Amore, della presidente della Scuola di medicina Maria Triassi, di Armando Cozzuto presidente dell’Ordine
degli Psicologi della Campania. E ancora: di Giulia Panico che guida l’Ordine degli Assistenti sociali della
Campania, di Giuseppina Piacente presidente dell’Ordine delle Ostetriche di Napoli di Gennaro Mona
presidente del Coordinamento Opi interregionale Campania, Molise e Basilicata e Francesco Paolo Esposito
al timone dell’Ordine del Neonato Ordine delle quattro province dei Fisioterapisti gemmati dall’Ordine
TSRM e PSTRP.
Tutti concordi col presidente Ascolese nel ritenere gli investimenti del Pnrr cruciali per una svolta
nell’assetto delle cure nel nostro Paese a patto di considerare il dato di fondo della carenza di risorse per le
assunzioni necessarie a far funzionare i macchinari e le tecnologie che saranno acquisite con i fondi del
piano straordinario di investimenti del Pnrr e per popolare Case e ospedali di Comunità.
“Le cure di prossimità, a domicilio e in ambulatorio sono carenti ma cruciali per una presa in carico della
pletora di pazienti cronici e anziani che oggi hanno come unica alternativa rivolgersi al privato o affollare
impropriamente le prime linee degli ospedali. I nostri 18 profili – ha aggiunto il presidente Ascolese –
insieme alle altre professioni sanitarie svolgono un ruolo centrale centrale per assicurare continuità di cure
e qualità di vita e benessere. Servono risorse e assunzioni adeguate ai fabbisogni per sciogliere il nodo della
sostenibilità dell’innovazione da proporre parallelamente a una nuova governance della digitalizzazione che
da sola non riuscirebbe a colmare i divari e garantire la Salute in un Paese come l’Italia costituzionalmente
orientato all’universalismo.
La realtà delle professioni sanitarie afferenti all’Ordine TSRM e PSTRP è stata poi approfondita in una tavola
rotonda dedicata a cui hanno partecipato i presidenti delle Commissioni d’Albo dell’Ordine TSRM e PSTRP
con la moderazione di Antonio Di Lascio segretario dello stesso Ordine a Salerno.
A sottolineare l’importanza delle cure domiciliari per garantire salute a cronici e anziani Antonio Maddalena
responsabile Adi della Asl Napoli 12, il nostro vicepresidente Giuseppina della Corte. Letizia Esposito a nome
dell’area della prevenzione, Antonella Paccone per l’Area tecnico sanitaria diagnostica, Manuela Maione per
l’Area tecnico sanitaria assistenziale e infine Angelo Rega per la teleriabilitazione in età evolutiva.I DATI AGENAS
La tavola ritonda si è svolta in contemporanea a quella che nella sala Newton ha consentito al direttore
generale di Agenas Domenico Mantoan di snocciolare i dati di una Sanità che in Campania nonostante gli
svantaggi dei numeri – quanto a risorse trasferite dalla torta nazionale dei finanziamenti per la Salute ed
erosione degli investimenti a causa della migrazione sanitaria – sta risalendo la china sul fronte degli esiti
clinici al netto delle dolenti note relative alle liste di attesa e agli screening su cui il presidente Vincenzo De
Luca nel pomeriggio non ha mancato di strigliare i sui manager.
E proprio dai numeri si scopre che la Campania perde ogni anno circa 500 milioni di finanziamenti che le
spetterebbero di cui 230 per il sotto finanziamento sull’assegnazione della quota procapite del fondo
nazionale (meno della Calabria). Altri 250 li perde invece per mobilità passiva dei pazienti che si recano in
altre regioni per ricevere cure. Nonostante tutto questo la Sanità campana su alcuni indicatori e parametri
di valutazione è risalita nella classifica dei governi locali. Così l’ospedale del mare primo in Italia per
angioplastiche effettuate nei primi 90 minuti da un infarto quando la trombolisi ha le massime percentuali
di guarire l’insulto cardiaco acuto. Anche la pletora medica dei convenzionati non si vede più e i medici di
famiglia sono passati da 4200 a 3600 allineandosi ai dati delle altre regioni. “Non siamo ancora primi in
Italia ma partivamo da sotto zero – ha rimarcato De Luca che ora chiede ai direttori generali di lavorare
ventre a terra sull’azzeramento delle liste di attesa. “Se fallite vi mando a casa – ha sottolineato – per poi
puntare il dito sulla iattura dell’autonomia differenziata che consentirebbe alle regioni più ricche di
differenziare i contratti di medici e insegnanti dando il colpo di grazia alle regioni del sud. Una Sanità che
sta migliorando ma che senza l’apporto di una rifondazione delle cure di prossimità e territoriali incentrate
sulle professioni sanitarie, non riuscirebbe a risalire la china come promesso e voluto dalla politica
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